21 novembre 2013

Nutrirsi in climi avversi con buon senso

L’alimentazione naturale nelle montagne nordiche e nelle lande ghiacciate:
La forma umana nasce fruttariana nei climi per lei consoni e solo in questi potrà ritenersi davvero in armonia con la sua natura e facilitata nel mantenere la sua alimentazione originale. A poco a poco allontanandosi dalla fascia equatoriale la forma umana dovrà adattarsi ad una sopravvivenza sempre più difficile fino ad arrivare nei climi più freddi e avversi dove si è vista costretta a integrare la propria dieta anche di alimenti diversi, anche di origine animale così da mantenere un adeguato stato di salute. E’ chiaro che questo stato di salute di sopravvivenza sarà sempre inferiore a quello che sarebbe possibile ottenere nei climi elettivi ma se non si può fare altrimenti ecco alcune indicazioni utili. Rammentando anche che siccome la salute non dipende solo dall’alimentazione sarà possibile trovare molte compensazioni, tante variabili e sorprese in tutto ciò..
A parer mio anche nelle zone geografiche più difficili è possibile restare crudisti facendo uso di accorgimenti nella composizione dei pasti e utilizzare il fuoco solo per scaldarsi quando si è fermi. Quando il freddo incombe è importante muoversi e far respirare il corpo il più possibile durante l’attività fisica diurna, mentre sarà necessario coprirsi bene e riposare tantissimo durante la notte. La scarsità di luce solare obbligherà l’assunzione di carne di animali di terra e di acqua, fresca, cruda e possibilmente selvaggia così da immagazzinare le adeguate vibrazioni di quelle terre altrimenti introvabili nel regno vegetale a tali latitudini ..parlo di ciò che la scienza etichetta come Vitamina D, di grassi ecc.. Per l’umano fruttariano una dietetica di questo tipo è un compromesso, una questione di sopravvivenza se non può migrare altrove. Le conseguenze non sono sempre prevedibili perché si ha sempre a che fare con molti fattori che nello stesso tempo concorrono tutti assieme allo stato di maggiore o minore benessere della persona. Ad esempio dall’altra parte del globo un uomo mangiatore di sola frutta cruda nella giungla tropicale potrebbe versare in una salute molto debole a causa di altri problemi nel suo essere.. quindi abitare in un clima consono alla nostra specie non significa stare sempre in salute così come abitare in un clima avverso non significa sempre essere deboli e malati..
Dunque se vivessi in terre frequentemente innevate e con tanti mesi di carestia solare allora sceglierei una alimentazione crudista totalmente locale e questo non solo per un fattore ecologico.. ciò andrebbe fatto dovunque anche se si avesse soldi per disporre di frutta d’importazione perché non si tratterebbe di prodotti delle proprie lande e non aiuterebbero a mantenersi caldi durante i freddi più rigidi. Questa alimentazione nordica sarebbe basata principalmente su frutti, bacche, radici, tuberi e foglie durante la stagione migliore e quando arriva il peggio sceglierei una generosa quantità di semi oleosi come ad esempio i pinoli di cedro siberiano, poi tanti cereali raccolti durante i mesi migliori quindi conservati e poi ammollati, e ancora sempre e solo nei periodi più avversi anche carne di terra e di mare, ed eventuali derivati ma non lavorati industrialmente, insomma tutto naturale e realizzato a mano. Sempre onorando e rispettando il più possibile ogni vita incontrata sulla propria esistenza, sia essa animale, sia essa vegetale.
Quando però le condizioni interiori ed esteriori non sono di eccessivo impedimento dobbiamo cercare di seguire una alimentazione naturale, crudista, vegan, e il più possibile vicina al frugivorismo elettivo dei nostri lontani progenitori.

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