06 febbraio 2016

Trasmigrazione

Sono morto come minerale e come pianta sorto.
Sono morto come pianta e ancora risorto come animale.
Sono morto come animale e risorto come umano.
Perché temere allora di divenire meno morendo?
Ancora una volta morirò come umano.
Per risorgere come angelo perfetto dalla testa alla punta dei piedi.
Ed allora quando da angelo soffrirò la dissoluzione io muterò in ciò che supera l'umano concetto.
-Mawlānā Jalāl al-Dīn Rūmī-

Conservare il bene

Se non ti prendi cura di quello che hai, non meriti di averlo.
-Ade Becci-

Tutto quello che hai visto, ricordalo, perché tutto quello che scordi ritorna a volare nel vento.
-Navajo-

Accettazione della propria vita

In India insegnano "le quattro leggi della spiritualità"
La prima dice: "La persona che arriva è la persona giusta", cioè nessuno entra nella nostra vita per caso, tutte le persone intorno a noi, tutte quelle che interagiscono con noi, ci sono lì per un motivo, per farci imparare e progredire in ogni situazione.
La seconda legge dice: "Quello che succede è l'unica cosa che sarebbe potuta accadere." Niente, ma niente, assolutamente nulla di ciò che accade nella nostra vita avrebbe potuto essere altrimenti. Anche il più piccolo dettaglio. Non c'è un "se avessi fatto quello sarebbe accaduto quell'altro...". No. Quello che è successo era l'unica cosa che sarebbe potuta succedere, ed è stato così perché noi imparassimo la lezione e andassimo avanti. Ognuna delle situazioni che accadono nella nostra vita sono l'ideale, anche se la nostra mente e il nostro ego siano riluttanti e non disposti ad accettarlo.
La terza dice: "Il momento in cui avviene è il momento giusto." Tutto inizia al momento giusto, non prima non dopo. Quando siamo pronti ad iniziare un qualcosa di nuovo nella nostra vita, e allora che avverrà.
La quarta ed ultima: "Quando qualcosa finisce, finisce." Proprio così. Se qualcosa è conclusa nella nostra vita è per la nostra evoluzione, quindi è meglio lasciarlo, andare avanti e continuare ormai arricchiti dall'esperienza.

01 febbraio 2016

Effetti della carne sull'organismo umano

"O miei simili, non profanate il vostro corpo con cibi peccaminosi... La terra offre un'abbondante riserva di ricchezze, di cibi innocenti, e vi offre banchetti che non comportano uccisioni o spargimento di sangue."
-Pitagora-

La carne ha effetti disastrosi sul corpo umano. Effetti che non si materializzano a breve termine, ma negli anni. Più il corpo, col passare del tempo, viene impegnato nell'eliminazione delle scorie tossiche di una alimentazione carnea, meno energia avrà a disposizione per respingere gli attacchi esterni e sarà quindi più esposto alle malattie. Analizziamo gli effetti della carne sull'organismo umano.

Bisogna sapere che quando un animale viene macellato, le sostanze di scarto che normalmente sarebbero eliminate dal flusso sanguigno rimangono nella carne in via di putrefazione. Chi mangia la carne introduce nel proprio corpo rifiuti tossici che normalmente l'animale avrebbe eliminato con l'urina. Il dottor Owen S. Parrett, nella sua pubblicazione "Perché io non mangio carne", osserva che quando si fa bollire la carne di manzo, i rifiuti appaiono sulla superficie nella forma di un estratto solubile, del "tè di manzo", che all'analisi chimica risulta molto simile all'urina. Questo perché, non bisogna dimenticarlo, la carne che l'uomo ingerisce altro non è che un pezzo di cadavere in putrefazione, un cadavere che, quindi, porta con sé rifiuti tossici e altre impurità altamente pericolose.

Un'altra indicazione che il consumo di carne non è naturale per l'uomo è data dall'incapacità del suo corpo di assimilare le dosi eccessive di grassi animali contenute nei cibi, mentre gli animali carnivori possono metabolizzare una quantità quasi illimitata di colesterolo e grassi, senza effetti negativi. A tal proposito sono stati effettuati degli esperimenti sui cani: per due anni vennero aggiunti circa 2 etti di grasso animale alla loro dieta quotidiana, senza che ci fosse alcun cambiamento nel loro tasso di colesterolo. Gli animali vegetariani, invece, hanno una limitata capacità di elaborare grassi saturi o colesterolo superiore alla quantità richiesta dal loro corpo; qualora si ecceda per molti anni nel consumo di tali elementi, i depositi grassi (placche) si accumulano nelle pareti interne delle arterie, provocandone l'indurimento, ossia quella malattia conosciuta col nome di arteriosclerosi. Poiché i depositi di grasso impediscono il normale flusso del sangue verso il cuore, ecco che aumentano le probabilità di collassi, attacchi cardiaci e infarti.

Nei paesi industrializzati che praticano l'agricoltura intensiva, la carne è ulteriormente caricata di additivi chimici: DDT, arsenico (usato come stimolante della crescita), solfato di sodio (che dà alla carne il colore rosso) e il DES, un ormone sintetico notoriamente cancerogeno. La carne contiene molti agenti ritenuti cancerogeni o responsabili delle metastasi del cancro: per esempio, un kg scarso di carne alla griglia contiene la stessa quantità di benzopirene di 600 sigarette! Numerosi prodotti chimici potenzialmente dannosi, dunque, vengono aggiunti alla carne, senza che i consumatori lo sappiano. Nel libro "Poison in your Body", Gary e Steven Null offrono una descrizione delle ultime tecniche adottate nelle fattorie per allevamento industriale: "Gli animali sono tenuti in vita e ingrassati con la continua somministrazione di tranquillanti, ormoni, antibiotici e altre 2700 droghe. Questo trattamento inizia prima della nascita e continua a lungo, anche dopo che gli animali sono morti. E, sebbene queste droghe continuino a essere presenti nella loro carne quando voi la mangiate, la legge non richiede che esse vengano denunciate sulla confezione. Una di queste sostanze è il dietilstilbestrol (DES), un ormone della crescita che si continua ad usare in America anche se si è scoperto che è cancerogeno. Un altro stimolante della crescita è l'arsenico: nel 1972 il Dipartimento Americano dell'Agricoltura riscontrò che la presenza di questo veleno superava il limite legale, fissato nel 15% della produzione nazionale di pollame. Il nitrato e il nitrito di sodio, conservanti chimici per rallentare il processo di putrefazione nelle carni salate e in altri prodotti come prosciutto, pancetta, salame, salsicce e pesce, sono anch'essi nocivi per la salute e vengono usati per dare alla carne quel coloro rosso. Poiché gli animali sono costretti a vivere in condizioni di scarsa igiene e in poco spazio, necessitano di dosi massicce di antibiotici i quali, naturalmente, venendo ingeriti insieme alla carne, creano all'interno dell'organismo umano dei batteri resistenti agli antibiotici. Anche la macellazione violenta determina nella carne la formazione di altri veleni naturali altrettanto forti. Questi veleni, uniti agli stimolanti e alle sostanze nocive rimaste nel sangue dell'animale (come l'acido urico), contaminano ulteriormente la carne destinata ai consumatori". Un quadro davvero rassicurante per i cosiddetti "carnivori".

In aggiunta ai veleni chimici, spesso la carne trasporta le malattie degli animali da macello che, stipati tutti assieme in condizioni di scarsa igiene e ipernutriti in modo innaturale, si ammalano molto più spesso degli altri. Nonostante le ispezioni fatte durante la selezione della carne, questa viene spesso messa sul mercato anche quando è meno sana di quanto gli acquirenti possano immaginare. Nel 1972 l'USDA rilasciò un rapporto sulle carcasse degli animali esaminate dopo che erano state asportate le parti malate. Circa 100.000 mucche presentavano forme di cancro agli occhi e 3.596.302 avevano il fegato malato. Del resto, spiegano gli stessi ispettori, se i controlli venissero fatti sul serio e si mantenesse una rigorosa severità, non resterebbe aperta una sola ditta di confezione di carne.

Forse l'argomento più importante di per sé a favore di una dieta senza carne, almeno per quanto riguarda la salute personale, è l'innegabile e ben documentata correlazione tra il consumo di carne e le malattie del cuore. In America, il paese con il più alto consumo di carne, una persona su due muore di malattie del cuore o dei relativi disturbi cardiovascolari. Queste malattie sono praticamente inesistenti nelle società dove il consumo di carne è basso. Il Journal of the American Medical Association riportava nel 1961 che "la dieta vegetariana può prevenire dal novanta al novantasette per cento delle malattie del cuore." Dato che la dieta vegetariana limita l'assunzione di colesterolo, è logico che non si creino depositi di grasso con i conseguenti decessi per infarto o attacco di cuore. La patologia nota con il nome di arteriosclerosi è virtualmente sconosciuta nel mondo dei vegetariani. Secondo l'Encyclopaedia Britannica: "Le proteine contenute nelle noci, nei legumi, nei cereali e perfino nei prodotti del latte sono considerate relativamente pure comparate alla carne di manzo, che contiene il 66% di acqua impura." Queste impurità non solo colpiscono il cuore, ma l'organismo intero.

Un'ulteriore prova che l'intestino dell'uomo non è adatto a digerire carne viene fornita da numerosi studi che stabiliscono una stretta relazione tra il cancro del colon e una dieta ricca di carne. Le cause della malattia sono il contenuto di grassi, la mancanza di fibre vegetali nella dieta e il lento transito nel colon dove le sostanze tossiche hanno tutto il tempo di provocare i loro effetti dannosi. D'altro canto è risaputo che la carne, mentre viene ingerita, produce steroidi metabolici in possesso di proprietà cancerogene. La National Academy of Sciences ha riferito nel 1983 che "...si potrebbero prevenire molte forme di cancro comune adottando una dieta meno ricca di grassi e carne, che fosse basata invece su verdure e cereali." Alcuni sorprendenti risultati nella ricerca sul cancro si sono rivelati studiando le nitrosamine, cioè le sostanze derivate dall'incontro di alcune sostanze naturali presenti nella birra, nel vino, nel tè e nel tabacco, con additivi chimici aggiunti alla carne per la sua conservazione. L'ente Americano Food and Drug Admistration ha definito le nitrosamine "...uno dei più potenti gruppi di sostanze cancerogene mai scoperto... il cui studio ha causato grave preoccupazione negli scienziati che se ne sono occupati." Il dottor William Lijinsky condusse alcuni esperimenti introducendo nitrosamine nell'alimentazione di alcuni animali: nel giro di sei mesi egli riscontrò la presenza di tumori nel 100% delle cavie. "Le manifestazioni cancerose", notò in quell'occasione, "sono presenti in ogni parte del corpo: nel cervello, nei polmoni, nel pancreas, nello stomaco, nel fegato e negli intestini. Gli animali sono stati completamente compromessi."

Per concludere, il corpo umano è una macchina complessa e, come tutte le macchine, alcuni carburanti sono più indicati per garantire un funzionamento corretto. Le statistiche e le ricerche dimostrano senza tema di smentita che la carne è un carburante poco adatto, che alla fine pagheremo a caro prezzo. Gli esquimesi, ad esempio, che vivono di carne e pesce, muoiono presto; la durata della loro vita non supera i trent'anni. D'altra parte di sono tribù vegetariane come gli Hunza, o gruppi come gli Avventisti del Settimo Giorno, che tendono a vivere tra gli ottanta e i cento anni. I ricercatori individuano nel vegetarianesimo la principale causa della loro longevità. E' indubbio quindi che una sana e naturale alimentazione contribuisce a vivere serenamente, in salute, in armonia e a lungo. Il corpo non deve sobbarcarsi lavori improbi per assimilare elementi non compatibili e per debellare sostanze tossiche e velenose, e quindi può lavorare secondo natura e secondo i suoi specifici tempi. Chi si ammala di cancro, di arteriosclerosi, di malattie del cuore, di diabete, di calcolosi renale e di altre mille malattie è colpevole egli stesso della sua malattia e deve accettarlo, anche se è difficile e doloroso, poiché è stato proprio lui a coltivare il terreno della sofferenza e del dolore fagocitando altri esseri viventi; e, si sa, chi semina sofferenza e dolore raccoglierà sofferenza e dolore.
L'intero scritto è tratto da:
http://web.tiscalinet.it/vitasenzacarne/effetti.htm

il mito di Psiche

"Viveva anticamente in Grecia un re che aveva tre figliole, di cui la minore, Psiche, era bellissima. Quando passava per le strade, tutti la ammiravano, spargevano fiori sulla sua via e la sua avvenenza oscuro’ quella di Venere stessa.

Quando venne il tempo di maritarla, il re ricevette uno strano comando: una voce misteriosa gli impose di condurre Psiche sull’alto d’una montagna deserta e lasciarvela sola.

“Ohime’!” esclamava il popolo, “la nostra bella Psiche sara’ sacrificata”: cosi’ doveva accadere. La fama della sua mirabile bellezza era arrivata fino all’Olimpo, la dimora degli dei, e Venere, dea della bellezza, saputo che si diceva essere Psiche piu’ bella di lei, ando’ in furia e comando’ a Cupido, suo figlio, che era il dio dell’amore, di maritare Psiche al piu’ brutto essere che vi fosse sulla terra. Ma quando Cupido vide Psiche s’innamoro’ di lei e lascio’ che gli araldi del sovrano portassero la giovinetta sulla cima della montagna; vennero allora gli Spiriti del Vento e trasportarono Psiche in un palazzo incantato. Quivi, ella fu servita da spiriti invisibili, che le fornivano cibi squisiti, vesti bellissime, intonando musiche deliziose. Nella notte, poi, venne qualcuno presso di lei: uno spirito che Psiche non vedeva, ma che ella indovino’ subito giovane, bello e buono; cosi’ fini’ col volergli bene, e con l’accettare d’essere sua moglie. Ma tutto questo accadeva al buio, perche’ con l’apparir della luce il suo corteggiatore spariva; egli le aveva detto, fin dalla prima notte: “Psiche, questo palazzo e tuo, tu qui’ sei libera e padrona. Una sola cosa ti chiedo: che tu non cerchi mai di vedermi in viso”, e Psiche, ogni mattina, restava sola e triste. Un giorno gli Spiriti del Vento le condussero in visita le sue sorelle; queste, naturalmente, fecero un gran chiacchierare, e le raccontarono a lungo tutte le ciarle del paese. “ Sai che si dice di te? Che, per comando di Venere, Cupido ti ha maritata ad un mostro! Ecco che cos’e’ tuo marito!” aggiungevano, “ecco perche’ non si lascia vedere in viso!” Quelle pettegole, certamente ispirate da Venere, partirono lasciando Psiche pensierosa e inquieta.

Una notte, mentre il suo sposo le riposava accanto, ella non seppe resistere alla tentazione: accese una lampada e lo guardo’. Era Cupido, il suo sposo! Era il bellissimo, alato giovinetto, figlio di Venere e dio dell’amore! Nella gioia, Psiche agito’ troppo la lampada, ed una goccia d’olio caldo, cadendo sulla spalla di Cupido, lo ridesto’. “Ah, Psiche, Psiche!” esclamo’ “ora dobbiamo separarci! Mia madre non vorra’ mai perdonarci, poiche’ ella mi aveva comandato di maritarti a un mostro! Addio, Psiche!” E, spiegando le ali risplendenti, volo’ via.

La mattina dopo, la povera Psiche, pentita e desolata, incomincio’ il suo pellegrinaggio; voleva a tutti i costi ritrovare Cupido. Vago’, vago’ per tutto il mondo; arrivo al palazzo di Venere, e vi si fece accettare come serva, nella speranza di rivedere il suo sposo. Ma Venere la riconobbe, e oltremodo adirata, le dette incarichi sempre piu’ difficili, pericolosi, terribili, per farla morire.

Psiche era cosi’ bella e umile che tutti cercavano di aiutarla in mille modi. Allora Venere penso’ ad un tranello. “Porta questo scrigno alla Regina dei Morti” le disse “e chiedile di riempirtelo con l’unguento della bellezza”. Questo compito parve a Psiche una ferale sentenza: nessuno tornava dal Regno dei Morti; disperata, ella sali’ sull’alto d’una torre, per buttarsi giu’. Ma perfino le pietre ebbero pieta’ di lei, e parlarono: “Non ti disperare. Al Tartaro e’ l’entrata del Regno dei Morti. Va’ senza timore portando in bocca due monete, e in mano due focacce di miele.”

Psiche ando’ e, quando fu sull’entrata del Regno dei Morti, trovo’ un barcaiolo, Caronte, che la traghetto’ sul fiume Acheronte, prendendo in pagamento una delle monete. Un orribile mastino a tre teste, Cerbero, le s’avvento’; ma ella lo ammansi’ offrendogli una delle due focacce, e pote’ passare. Allorche’ la Regina dei Morti le ebbe riempito lo scrigno, Psiche con l’altra focaccia e l’altra moneta pote’ facilmente ritornare.

Quando si trovo’ fuori, all’aria libera, la curiosita’ di vedere il contenuto del piccolo cofano la vinse. Questo appunto desiderava Venere. Lo scrigno era pieno di un velenoso vapore; Psiche, sopraffatta dalle terribili esalazioni, cadde morente.

Ma Cupido non aveva mai cessato di vegliarla nelle sue tribolazioni: volo’ su di lei, le agito’ le ali sul viso, fece svanire il veleno infernale, e le ridono’ la vita. Poi, prendendola tra le braccia, riprese il volo e la porto’ nel paese degli Immortali, e qui’, ancora, essi vivono in una gioia che non ha fine."

Il mito di Psiche, uno dei piu’ profondi e soavi dell’antichita’, mentre personifica nella tenera amica di Eros (Cupido), l’Anima in preda ai tormenti e alle gioie dell'Amore, esprime altre verita’ non meno universali. Venere, la dea della bellezza ,diventa gelosa e spietata, perche’ teme e sa di soccombere, al confronto del fascino di Psiche, che, come indica il suo nome, non e’ esteriore, ma viene dall’interno. Un fascino, talmente forte, da imbrigliare lo stesso dio dell’Amore: un essere sempre giovane, perche’ esiste ed unisce al di la’ del tempo. Ma, a volte, gli altri, l’invidia, le dicerie, la mancata fiducia, possono portare a dubitare e indagare sull’amante, fino a farlo allontanare. Quando cio’ avviene, il dolore e’ cosi’ grande da indurci a fare qualunque cosa, e andare in ogni dove, pur di riavere colui che si ama. Se, per curiosita’, nel cammino ci facciamo prendere dai vapori della bellezza solo esteriore, potremo rimanerne soffocati fino a sentirci morire. Ma quando qualcuno ci ama veramente, il suo Amore ritorna sempre vivo, ed e’ capace di allontanare quei vapori , poiche’ altro non sono, e dopo questa esperienza, sollevarci fino a una felicita’ divenuta immortale.
scritto tratto dal sito:
http://www.dietroivelideltempio.com

Alimentazione vitale

L'alimentazione cruda, detta crudismo, è sempre più diffusa e conosciuta.

I suoi principi sono molto semplici: consiste nel cibarsi di alimenti crudi, che non siano ancora stati privati dei loro valori nutritivi.

Può venir facile associare l’idea di un regime che si basa su insalata e frutta, magari un po’ monotono e insapore, già i vegan non mangiano quasi niente, ma se ora che comincia a passare l’idea che l’alimentazione vegan in effetti è molto variata cominciamo anche a mangiare crudo… dove si finirà?

In realtà ci sono una varietà e una ricchezza infinite nei sapori del mondo del crudo che sarebbe meglio conoscere, a partire dal fatto che ci sono diverse maniere di mangiare crudo.

È oramai universalmente riconosciuto che la cottura uccide le vitamine, gli enzimi e molte proprietà nutritive nel cibo. Già da molto tempo si sente parlare di cotture a basse temperature, al vapore etc. proprio per preservare il più possibile le qualità nutrizionali degli alimenti. Malgrado tutte le attenzioni che si possono riservare al metodo di cottura, mangiare crudo (o al massimo cibi che non siano stati scaldati a più di 40°) è ancora la strada più sicura per assicurarci un’alimentazione ricca di vitamine e minerali.

I cibi cotti sono impoveriti o addirittura morti, senza calcolare le modificazioni cellulari che la cottura provoca e che possono arrivare ad essere perfino dannose, come per esempio la formazione di acrilammide causata dal metodo della frittura.

Al contrario gli alimenti crudi conservano intatte tutte le loro migliori qualità e chi mangia crudo è unanime nel dichiarare che con questo tipo di alimentazione ci si sente più leggeri e pieni di energia.

In linea generale è consigliato rompere un digiuno ricominciando a mangiare crudo o iniziare i propri pasti dagli alimenti non cotti, come fanno in Francia per esempio, con una bella insalata, alimento che in Italia si ha la brutta abitudine di riservare alla fine del pasto, come contorno al secondo, quando oramai lo stomaco è quasi pieno e l’appetito quasi scomparso, con l’effetto secondario di diminuire automaticamente la quantità di verdura che mangiamo, proprio in controtendenza con quello che viene suggerito e cioè di aumentare il consumo di frutta e verdura.

Durante la digestione si produce un fenomeno chiamato leucocitosi, dopo aver consumato un pasto cotto si verifica un forte aumento dei globuli bianchi nel sangue, si tratta di una reazione di difesa, come quando il corpo riceve un attacco esterno da dei microbi.

La leucocitosi può essere più o meno intensa a seconda del tipo di cottura, la leucocitosi avviene anche in seguito all’ingestione di alimenti crudi, ma in misura di molto inferiore. Più i cibi sono cotti ad alta temperatura e più il tasso di globuli bianchi aumenta. Affettati, zucchero, alcol, aceti e conserve provocano anch’essi una forte leucocitosi. Mentre consumare alimenti crudi a inizio pasto permette di ridurre il fenomeno, a condizione che i piatti cotti consumati in seguito siano comunque preparati con cotture delicate; gli stessi benefici non si avranno se gli alimenti crudi vengono consumati a fine pasto.

Se si parte dal principio che ogni essere vivente dovrebbe nutrirsi nella maniera a lui più consona si capisce che mangiare crudo è lo stile alimentare che più si confà all’uomo, in considerazione del fatto che l’arte culinaria della cottura si è sviluppata da qualche migliaio di anni, contro i milioni di anni precedenti in cui cottura non esisteva.

Se si esamina la struttura dell’uomo ci si accorge che siamo molto simili ai primati, con apparato digestivo molto lungo, denti piatti, mani adatte alla raccolta, sembra un’evidenza quindi l’essere programmati per mangiare frutti e vegetali crudi.

Un altro benefico effetto della pratica del crudismo sarebbe il risparmio energetico effettuato evitando la cottura.

Chi mangia crudo generalmente ingerisce una percentuale di alimenti non cotti che va dal 70% al 100%, alcune persone preferiscono mantenere una parte della loro dieta composta da alimenti cotti, sia per praticità, sia per una questione di gusto o di facilità nella vita sociale.

Altri preferiscono il 100% crudo, sia per motivi di salute, sia perché non sono più in grado di consumare cibi cotti senza pagarne le sgradevoli conseguenze.

Sfatiamo un mito: mangiare crudo non è privarsi di qualche cosa, ma anzi un reale piacere. Mangiare i cibi al loro stato naturale significa riscoprire il vero sapore delle cose, assaporare i piaceri semplici della vita, comunicare in maniera diretta con la Natura, accogliere i regali che questa ci offre nella loro interezza, scoprendo dei veri tesori.

Ci sono diversi modi di mangiare crudo tra i quali troviamo:

-i crudisti mangiano vegetali, crudité, frullati verdi, succhi e zuppe crude, creme vegetali, semi oleaginosi, dolci crudi, alimenti secchi etc. inventando o preparando ricette di “crucina” che possano anche imitare piatti cotti: pizze, dessert, pani, gelati; per fare ciò si servono di estrattori di succhi, disidratatori e il mercato è in ascesa per loro, vengono aperti anche ristoranti crudisti nei Paesi dove questo stile di alimentazione è più diffuso;

-i frugivori che consumano in maggior parte frutta e altri vegetali, dopo l’apparizione del libro The 80/10/10 diet del dr. Doug Graham questo regime è in aumento: 80% di glucidi, 10% di proteine e 10% di lipidi (gli alimenti grassi sono da consumarsi con moderazione e gli oli da evitare totalmente); non è previsto neppure il consumo di cereali crudi o cioccolato crudo. I vegetali vengono consumati al loro stato naturale o con preparazioni semplici come trasformazione in succhi e zuppe crudi;

-gli istintivi preferiscono consumare alimenti crudi sì, ma non trasformati affatto, non frullati, non conditi, non mescolati tra di loro e se possibile neanche tagliati o sbucciati. Questo allo scopo di poter scegliere la propria alimentazione fidandosi dell’istinto, processo che viene impedito dalla trasformazione e dal mescolare gli alimenti tra di loro. Gli istintivi scelgono i loro alimenti in base al loro profumo e smettono di mangiare quando non hanno più fame. Generalmente mangiano anche un po’ di carne proveniente da animali di sicura provenienza. I prodotti come il latte o il grano non sono considerati da questo gruppo come naturali all’origine.

L’esigenza di cucinare gli alimenti è stata dettata da varie necessità durante la storia dell’umanità: per fronteggiare un clima ostile, per riunire le persone in un rituale e celebrare il lavoro dell’uomo, si è evoluta con l’evoluzione dell’uomo in quanto ad inventiva e raffinatezza fino ai giorni nostri, ma ciononostante un’alimentazione in gran parte cruda resta quella per la quale siamo predisposti, senza gli artifici delle cattive abitudini sviluppatesi in seguito (basti pensare all’uso dello zucchero).


Mangiando crudo non finiremo di stupirci delle possibilità che questa dieta ci riserva, della leggerezza e dell’energia dalle quali ci sentiremo pervasi, i cambiamenti che avverranno nel nostro corpo e nel nostro stato d’animo saranno benefici ed inattesi, una gioia rinnovabile a piacere per ogni cellula del nostro essere.
L'intero scritto è tratto da:
http://www.promiseland.it/2011/12/28/lalimentazione-vitale/

 
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