13 marzo 2016

Desiderare sì, ma non come motore egoistico della vita.

..Un giorno mi fece una delle sue impossibili domande ''Se venisse un angelo a chiederti che cosa desideri, che cosa gli risponderesti?'' ..sapevo bene cosa rispondere, dissi ''vorrei più acqua'' perché era un periodo di grande siccità, mi sentivo alquanto orgogliosa di essere riuscita a rispondere alla sua domanda, ma Krishnamurti disse ''mi riferivo a qualcos'altro ..che cosa vorresti per questo luogo? Sappiamo che il mondo è nel caos, che c'è tanto odio e brutalità.. esistono anche qui?'' non potei fare a meno di rispondere affermativamente ''sì, c'è tutta la degradazione che esiste anche altrove'' e il tono della sua voce cambiò immediatamente e riprese ''esiste anche dentro di te? sei capace di cose meschine? sei invidiosa? ti lasci sopraffare dall'ira?'' ..dissi ''in questo preciso momento forse no, ma se si presentasse l'occasione probabilmente tutte queste cose si manifesterebbero subito, perché esse vivono dentro di me allo stato seminale'' ..''si possono estirpare questi semi?'' ..mi chiese ..rimasi senza parole e poi cominciai a dire ''se riuscissi a liberarmi di questi semi..'' ma Krishnamurti non accettava le espressioni al condizionale, non sopportava le supposizioni, le ipotesi.. e in quell'occasione reagì dando una risposta alla sua domanda. Mi guardò fisso negli occhi e mi disse ''Sì''.

Innanzi tutto si deve iniziare con ciò che si è e con la reale situazione del mondo che ci circonda, e si inizia simultaneamente dal mondo e da se stessi, non si cerca di partire dal nulla e non ci si perde nella questione dei principi filosofici, si parte da se stessi vedendo ciò che è in noi e nel mondo che ci circonda, si cerca di rendere trasparente la separazione tra l'interno e l'esterno; la sua filosofia riguarda questa capacità di rendere trasparente la propria interiorità, di creare uno spazio grazie al quale sia possibile vedere il mondo esterno così come è senza il velo delle proiezioni, delle idee o dei desideri; è impossibile vedere realmente il mondo esterno tramite le proprie proiezioni ed è impossibile vedere se stessi attraverso il filtro dei propri desideri ..ma il desiderio è anche una forza molto importante. L'insegnamento di Krishnamurti non dice come molti saggi del passato che bisogna uccidere il desiderio se si vuole progredire spiritualmente, il desiderio è importante ma si tratta di un desiderio che deve essere stato messo alla prova, che è stato purificato, il desiderio è la forza che fa avanzare che da lo stimolo ed è il desiderio che fa vedere, dunque il desiderio è lo stimolo che conduce alla visione, come ho già sottolineato non mi sto riferendo ai desideri e al vedere ordinari, sto parlando della forza del desiderio che è stata purificata dalla conoscenza di se stessi, la conoscenza di sé nella visione di Krishnamurti non ha nulla a che fare ovviamente con la conoscenza in quanto informazione, si riferisce alla comprensione di se stessi, io credo che Krishnamurti si riferisse a una comprensione che ha la capacità di purificare e di cancellare la negatività, si tratta di un attrito che ripulisce, di un processo che toglie i veli, piuttosto che di una azione diretta verso una meta, ma Krishnamurti non avrebbe voluto che si parlasse di un processo; si tratta di un vedere che purifica eliminando e non c'è nulla di utopico in tutto questo, non si mira a creare una identità ideale o a costruire una società ideale ci si limita a rimuovere ciò che ci impedisce di funzionare in modo appropriato.. Nella scuola abbiamo incorniciato una magnifica frase di Krishnamurti che ricordiamo sempre ai nostri insegnanti: ''..se voi fiorite anche la scuola fiorirà..''.
-Radhika Herzberger-

Non predicò alcuna filosofia o religione, parlò invece di cose che riguardano la vita quotidiana di tutti noi, dei problemi del vivere nella società moderna, con la sua violenza e corruzione, della ricerca individuale di sicurezza e felicità, e della necessità che l’umanità sia libera dai fardelli interiori di paura, collera, ferite e dolori. Spiegò con grande precisione il sottile funzionamento della mente umana, e sottolineò la necessità di portare nella nostra vita quotidiana una profonda qualità meditativa e spirituale.

Krishnamurti non appartenne ad alcuna organizzazione religiosa, setta o nazione, né aderì ad alcuna scuola di pensiero politico o ideologico. Al contrario, sostenne che proprio questi sono i fattori che dividono gli esseri umani e che producono conflitto e guerra.

''Quando un uomo parla di un suo simile definendolo cristiano, ebreo, musulmano, gay, zingaro o in genere usando termini in maniera discriminatoria provoca separazione, dunque violenza. Spesse volte questo si fa senza nemmeno rendercene conto. Ma è facile dire di uno "quello è gay" oppure quello è un "ebreo". Questa è violenza e separazione.''

Ricordava continuamente a chi lo ascoltava che noi siamo prima di tutto esseri umani e non indù, musulmani o cristiani; che siamo uguali al resto dell’umanità, non siamo diversi l’uno dall’altro. Raccomandava di camminare con leggerezza su questa terra, senza distruggere noi stessi e l’ambiente. Comunicava sempre in chi lo ascoltava un profondo senso di rispetto per la natura.

Il suo insegnamento trascende i credi inventati dall’uomo, i sentimenti nazionalistici e il settarismo. Nello stesso tempo infonde nuovo significato e direzione alla ricerca umana della verità.

Da un'intervista fatta ad una sua amica Pupul Jayakar sappiamo che Jiddu Krishnamurti fu consapevole dell'arrivo della sua morte fisica, tanto da confidarle ...Questa sera io mi allontanerò e passeggerò sulle montagne e la nebbia salirà... poche ore dopo entrò in coma. La frase "La nebbia salirà" è molto significativa e non dà spazio a fraintendimenti.

''Krishnamurti decise di non appartenere a nessuna religione, organizzazione e nessuna patria.
Voleva cercare di essere solo un ..essere umano..''
-Estratto dalla biografia di Jiddu Krishnamurti-

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