Mangiamo veramente per tenerci in vita o perché abbiamo bisogno di gratificarci nell'insoddisfazione di una vita incompresa?
La maggior parte dei pasti che consumiamo servono solo per soddisfare la nostra gola. Basterebbe davvero molto meno per il sostentamento delle nostre attività vitali e della nostra opera terrena.
Compiamo l'atto sessuale per procreare, per meditare assieme all'Anima che ci accompagna oppure perché abbiamo desiderio di sentire e provare piacere nella piattezza della quotidianità noiosa e monotona?
Col fine procreativo a noi umani basterebbero davvero pochi rapporti in tutta la vita in aggiunta ad alcuni rapporti completi per aiutarsi a spiritualizzare le reciproche energie sessuali qualora restassero giacenti nel nostro intimo.
Due esempi per portare alla luce il fatto che quaggiù ci basta poco per arrivare all'abuso delle nostre forze e sprecarle nella ricerca di piaceri che poco hanno a che fare con l'unico piacere davvero essenziale, quello che è possibile trarre dall'aiutare il prossimo, dall'amarlo senza aspettarsi di ricevere qualcosa in cambio. Ma quando mettiamo avanti il proprio ego diveniamo capaci di qualsiasi scusa per non dedicarci all'aiuto di coloro che versano in difficoltà. Così iniziamo a gratificare i nostri sensi senza limite alcuno.
Invece posso arrivare a provare piacere nel dare prima che nel ricevere. Metto avanti il prossimo poiché conosco la verità, che se faccio tutto con Amore bado automaticamente anche a me stessa vivendo in una perenne ed inamovibile forza e fiducia in ciò che faccio e sono. Vivo per amare, mi alimento di ciò che è affine al mio essere e nella giusta misura, perseguo una sessualità moderata e spirituale che abbia come scopo l'aiuto della mia Anima compagna, della mia famiglia e della comunità di cui siamo parte inscindibile. Non provo attaccamento ai piaceri terreni eppure metto radici profonde come poche altre su questa preziosa Terra.
26 maggio 2015
Ritrovare la giusta rotta
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