Se avete letto le precedenti note sul risveglio allora potrà esservi utile questa.. perché dimostra come il sistema convenzionale generalmente perseguito dalla maggioranza degli individui riesca, con la sua forza e con la sua ampia aderenza da parte di molti, a mettere in ombra stili di vita corretti e salutari con la conseguenza spesso involontaria di contrastare il risveglio dei pochi che lo desiderano facendo perneo su punti deboli di persone che andrebbero invece prese per mano e aiutate ma non allontanate da simili buoni intenti ..perché son motivati dall'avere cuore per se stessi e per il prossimo.
I disturbi alimentari purtroppo sono sempre esistiti come la bulimia e l'anoressia, ma non si può dare la colpa per questi disordini interiori a stili alimentari che vogliono -non danneggiare le persone- ma invece migliorare la loro vita. Il problema semmai è su come ognuno di noi gestisce simili percorsi alimentari, questi nella loro vera funzione non invitano certo ad azioni compulsive, ossessive ecc, ma mirano al risveglio dell'essere spirituale oltre che alla salute fisica e mentale. E tutto ciò mantenendo e anzi rafforzando l'equilibrio psicologico dell'individuo.
Quindi ecco quanto mi accingo a commentare:
Avete mai sentito il termine “ortoressia”… siete mai stati definiti “ortoressici” ? Be qui vi è un spiegazione esauriente del tentativo della scienza medica di classificare come una malattia il ragionevole bisogno dell’essere umano di libertà, vera felicità, salute genuina, e indipendenza..la società umana siccome ha perso la bussola da molto tempo sappiamo bene come si sia strutturata e incementata nel corso delle epoche..in tal modo che ci riempie di ostacoli e sfide che provano a rallentarci nella nostra quotidiana sfida verso il ritorno a noi stessi come l’avere coscienza piena di essere Anima e verso quindi uno stato dell’essere, e dunque anche del vivere, molto più consono alla nostra reale natura.
Ma iniziamo con questo articolo:
"Ortoressia.
Recentemente è stato individuato un nuovo disturbo alimentare, l’ortoressia. Chiariamo subito che non si tratta ancora di una patologia ufficialmente riconosciuta dal mondo psichiatrico e dunque è inutile cercarla nel DSM (il manuale degli psichiatri americani, che aiuta i professionisti a formulare le diagnosi, attraverso l’elenco dettagliato dei sintomi che statisticamente sono più frequenti per ogni singola patologia).
Per ora possiamo parlare semplicemente di una tendenza, di un’abitudine, o perfino un vizio, quello del salutismo estremo, che può portare la persona a soffrire di stress, sensi di colpa, depressione, ansia e fobie. Per la verità questo desiderio di ‘salute a tutti i costi’ non riguarda solamente l’alimentazione, ma anche l’ossessione per il fitness, la pulizia, i massaggi, il rilassamento, la meditazione…
L’ossessione per il cibo però è quella che, più delle altre, ha preso piede nelle abitudini delle persone, in seguito alle numerose pubblicazioni, sempre più frequenti e popolari, puntualmente riprese dai giornali e dalle riviste che si occupano di moda e bellezza, sulle qualità del cibo genuino, capace non solo di prevenire le malattie, ma perfino di curarle, permettendo di buttare via le dannose e contaminanti medicine. Ortoressia nervosa significa letteralmente ‘ossessione per il mangiare cibi sani’, da ‘orto’ (sano, giusto) ‘orexis’ (appetito) e ‘nervosa’ (nel senso di ‘patologica’). In questo caso, questa nuova indicazione di patologia nasce da un’autodiagnosi, quella del Dottor Steven Bratman.
Il medico, specializzatosi in medicina alternativa, era diventato egli stesso un maniaco dell’alimentazione, al punto che consumava i propri pasti nel silenzio più assoluto, si alzava da tavola quando il suo stomaco non era ancora sazio, non mangiava una verdura se questa era stata colta da più di quindici minuti e masticava il boccone di cibo, prima di ingerirlo, per più di cinquanta volte. Mangiare del formaggio pastorizzato poteva farlo sentire male al punto di temere di contrarre, dopo questa ingestione di cibo ‘avvelenato’, una polmonite, se non addirittura il cancro.
Ed infatti questa mania di mangiare solo cibo sano e curativo è un po’ l’altra faccia della ipocondria, la paura ossessiva di contrarre delle malattie: è tale la paura di ammalarsi e di morire che questo particolare tipo di ipocondriaco si impone una vita estremamente rigorosa, nel fitness come nell’alimentazione, nell’orario di lavoro, nelle ore da dedicare al sonno eccetera, che alla fine riesce a trovare un proprio equilibrio esistenziale nella convinzione di essersi conquistato una fetta di immortalità. Salvo poi ricadere nella paura più nera, ad esempio dopo aver ceduto alla tentazione di una barretta di cioccolato, o di un piatto di spaghetti alla carbonara.
Non che il concetto di preservare la salute attraverso la dieta sia sbagliato: sono le estremizzazioni che portano a risultati contrari a quelli che si vogliono ottenere, se non altro perché ci si salva da certe malattie organiche, ma ci si ammala sempre di più di stress e di fobie. Per gli ossessionati dall’ideologia del mangiar sano la qualità del cibo conta assai più della quantità, tanto che la ricerca e la preparazione del cibo occupa un ruolo determinante della loro giornata. Questi soggetti non sono interessati al gusto di ciò che mangiano, agli aromi, ai profumi o ai cattivi odori, si disinteressano totalmente del modo nel quale il loro cibo viene servito nel piatto: l’unica cosa che conta è sapere che quel determinato cibo può fare bene, evitare le malattie, dargli forza ed energia per affrontare Ia vita, un po’ come Braccio di Ferro ed i suoi spinaci. I cibi maggiormente scelti da questi soggetti per nutrirsi sono vegetali crudi e cereali, o cibi macrobiotici.
Possono esservi poi altre fissazioni che portano ad esempio ad evitare, nei luoghi pubblici, stoviglie (piatti, pentole, posate) contaminate dalle ‘vibrazioni’ della carne, oppure considerate tossiche, come quelle di alluminio o di plastica, oppure chiedere un piatto di insalata con foglie non tagliate, per non far perdere alla verdura le sue qualità nutritive, mangiare solo (e soltanto) verdura e frutta di stagione, o escludere dalla propria dieta anche i latticini e le uova, per essere vegetariani totali, o ‘vegetaliani’, come molti si definiscono.
Un altro segnale di ortoressia è la conoscenza precisa di tutte le etichette dei cibi in vendita al supermercato: questi soggetti conoscono a memoria i componenti nutritivi di ogni genere di prodotto, per cui sanno benissimo, in termini assoluti ed in percentuale, quanti grassi saturi e insaturi contiene quel determinato prodotto, il suo valore calorico, i carboidrati…
In pratica questi ‘estremisti del cibo’ focalizzano tutte le loro attenzioni ed energie solamente sugli aspetti dietetici, trascurando completamente gli altri aspetti della loro vita quotidiana, come ad esempio le relazioni sociali.
Le interazioni sociali di questo tipo di pazienti non sono mai troppe e non sono mai buone: infatti questi soggetti sono in genere piuttosto orgogliosi di sé stessi, della cura che hanno per il proprio corpo e vivono una sorta di complesso di superiorità nei confronti degli altri. La consapevolezza che a niente siano valsi i propri appelli al salutismo dietetico, il rifiuto del proselitismo di amici e conoscenti, porta l’ortoressico ad allontanarsi da tutti, con pensieri sempre meno espressi apertamente, sempre più marcati da aspetti paranoici.
Bisogna del resto considerare che è obiettivamente difficile rinunciare alle occasioni sociali; è difficile rinunciare ad un pezzo di torta per il compleanno o al panettone di Natale e ci vuole davvero una grande forza di volontà per andare contro corrente, per cui è abbastanza normale che la personalità dell’individuo si irrigidisca, non solo nei riguardi di sé stessi, ma anche degli altri. Con il progredire dell’ortoressia le sensazioni interiori provate sono quelle di sentirsi sani, puliti dentro, raggiungendo in molti casi anche livelli di esaltazione spirituale mentre; al contrario, cadere nell’alimentazione ‘normale,’ fa sentire questi ‘mistici del cibo’ estremamente colpevoli, il che si manifesta somaticamente con violenti mal di testa, nausea, vomito, al punto che l’unico rimedio, dopo essere caduti di fronte ad una tentazione, appare un atto di penitenza.
Questa penitenza auto-imposta può consistere nell’adozione di una dieta ancora più rigida, o nell’adozione di pratiche che consentono l’evacuazione rapida del cibo ‘contaminato’. Come far uscire un paziente da questa ossessione, da questa ritualità del mangiare solo cibo ‘sano’? Non è facile, perché ci troviamo di fronte ad una dipendenza, un po’ come il drogato o l’alcolista. Il caso è anche simile a quello del soggetto anoressico, anch’esso convinto di aver raggiunto alti traguardi grazie ai suoi continui digiuni.
Come per l’anoressia, tutto inizia in modo naturale, anzi giusto, quello cioè di voler controllare l’alimentazione al fine di prevenire le malattie croniche, perdere peso, migliorare lo stato generale della salute, o correggere le abitudini alimentari sbagliate. Prevenire significa dunque sapersi porre dei limiti quando ci si accorge di esagerare in questo ambito: il campanello d’allarme può suonare quando ci si accorge di aver rifiutato un invito a stare con gli altri a causa del cibo, o quando ci si sta per presentare ad una festa con il proprio pacchettino di cibo macrobiotico, ad uso strettamente personale.
Deve poi essere interrotto il circolo vizioso che porta l’ortoressico a programmare il pasto, ad acquistare personalmente il cibo e a cucinarlo secondo determinate teorie: cercare di limitare questa o quella attività, delegando ad altri la responsabilità della propria alimentazione, almeno un giorno alla settimana, può essere l’inizio di un’autoterapia.
L’importante è concedersi una sorta di ‘licenza di mangiare tutto’ almeno qualche volta, in giorni stabiliti, in modo poi di non sentirsi in colpa.
La madre di tutte le possibili terapie rimane però la psicoterapia, che possa portare il paziente a curare quello che è il suo vero problema : l’irragionevole desiderio di essere immortale."
-articolo di -Walter La Gatta-
Commento:
Trovare un modo per rassicurare coloro che sono intenti, come me, nel percorso naturale dell'Amore è per me un dovere…tutto ciò che è spiegato nell'articolo sopra è molto interessante ma anche molto distante dalla realtà di coloro che vivono in pace e serenità il proprio ritorno ad una salute naturale e quindi fuorviante per coloro che sono ben intenzionati a iniziare un percorso di cura per se stessi…certe informazioni vanno analizzate per bene e bisogna trovare una opinione propria senza farci condizionare negativamente. Altrimenti è ovvio che simili affermazioni scaturicano solo paure e allarmismi.
Viene considerato estremismo ciò che non lo è ma che è percepibile come tale per le tante persone che stanno al di fuori di questa presa di consapevolezza e chiaramente vedono tutto ciò come estremo, capisco..è comprensibile dalla prospettiva dei molti.. ma guardiamo di riflettere altrimenti diventa un peccato desiderare stare meglio di salute?? ..certamente no!!
Ma evidentemente è così per molta della medicina ufficiale e ci credo altrimenti chi comprerebbe più i farmaci se ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di auto-migliorarci, magari anche riuscendoci?
Ovvio è che questo è un tentativo di screditare quelle valide e uniche soluzioni che se diventassero sempre più popolari porterebbero big pharma alla banca rotta…
Dunque troviamo che molta di questa disinformazione sia scaturita da tue tipi di personalità, da quelle prese da interessi commerciali o comunque da altri tipi di guadagni personali...dunque più o meno consapevolmente agiscono così in mala fede e da quelle personalità che credono talmente tanto nella scienza ufficiale, dall'onnivorismo, dalla medicina allopatica, dalla dietetica tradizionale, dalla necessità dei farmaci, vaccini ecc che nella loro fede cieca non riescono ad accettare che per altre personalità possa essere a disposizione un'altro stile di vita, nel quale alimentazione, cure, stile di vita e abitudini possono essere anche molto diverse dal consueto. Una volta per tutte dovremmo ammettere ..tutti quanti... che nella sconfinata variabilità di condizioni nel quale si può trovare l'Essere sia possibile per alcuni, anche se è una minoranza, vivere una vita naturale, che non deve essere considerata come estrema ma semplicemente alternativa e buona per coloro che ne sentono il bisogno, che si sentono affini ad essa e che vogliano viverla in serenità e gioia. Coloro che invece da una parte o dall'altra soffrono di qualche disagio andrebbero aiutati certamente ma non ad essere come noi vorremmo ma ad essere il meglio che loro possono essere, secondo le loro caratteristiche e peculiarità.
Nella confusione della nostra società si tenta di etichettare come malate tutte quelle persone che con impegno e dedizione cercano un modo migliore di vivere e siccome hanno compreso qual è la giusta direzione ci mettono tutto il cuore e decidono anche di cambiare alimentazione, di migliorarla. Ma vi sembra giusto etichettarle come malate?
Il tentativo di parte della odierna psichiatria è quello di catalogare la maggior parte di questa categoria di persone come disturbate, e chiunque segua come me un percorso di ritorno alla natura anche in campo alimentare si può in parte identificare con tutto questo e potrebbe arrivare a dirsi…allora io sono sbagliato…!? E' questo il rischio e va evitato altrimenti finiamo per tagliare le ali a molti tra coloro che vogliono semplicemente vivere una vita almeno un po' più sana e amorevole.
Non è così che dovremmo concepire il desiderio di una vita migliore, sappiate che è la realtà odierna con le sue abitudini caotiche e prevalentemente trasgressive, costituita da un insieme di devianze da ciò che dovrebbe appartenerci, che rischia di catalogare come mentalmente strane e addirittura malate le persone che vivono con abitudini diverse dai rigidi schemi convenzionali della società.
Ora qui si parla di alimentazione ma il concetto lo possiamo estendere anche su altri fronti.
Voglio dedicare questa nota e le precedenti e le prossime sul risveglio (che consiglio di leggere) a tutte le buone anime che come me stanno provando con molto impegno e dedizione a migliorarsi e anche a migliorare, e tra le tante cose hanno scelto percorsi alimentari più etici e naturali che però messi a confronto con le abitudini della massa possono scaturire questi giudizi spesso infondati fatti da persone ignoranti, inconsapevoli, sin troppo materialiste a volte anche ottuse, mi dispiace dire così ma è la realtà che è così strutturata e mi dispiace che persone serie e di cuore vengano etichettate come disturbate e pericolose per se stesse e per il prossimo al quale vorrebbero dare solo il buon esempio. Certo vien fatto in buona fede dalla maggior parte degli ''addetti ai lavori'' che purtroppo son stati indottrinati così dagli insegnamenti accademici e dai continui aggiornamenti ai quali vengono sottoposti più che altro dalle compagnie farmaceutiche o dai baroni della medicina. La maggior parte di loro sceglie un lavoro simile per aiutare il prossimo, dunque andrebbero seriamente rieducati, aggiornati e illuminati circa le nuove ed efficaci possibilità che si stanno riscoprendo su questo pianeta. Ci sono molte altre possibilità di vita e di cura!
Anime buone che state cercando di migliorare voi stesse continuate così e confidate nel vostro amorevole sentire interiore, non badate a ciò che vi diranno, cercate di non sentirvi ferite e fate tutto con responsabilità e intelligenza evitando quindi situazioni rischiose o di depressione legate proprio all’eccedere o nel forzare la mano con troppa decisione e velocità. Questo certamente ridurrà i rischi che effettivamente per alcuni possono esserci se tutto il percorso non viene vissuto con serenità e libertà. Nel mio percorso alimentare ho trascorso molti momenti di delusione, di dubbio, di sfiducia, ma ho sempre cercato di andare avanti e ora questi sono solamente un lontano ricordo. Le persone che prima erano preoccupate dall’apparente eccesso di rigidità e apparente stranezza delle mie scelte si stanno ricredendo sempre più e capiscono che su questa Terra è possibile una via anche pratica di agire sempre più nel bene anche in campo alimentare, e non è certo un sacrificio o una pena o una privazione ma un percorso che per ognuno può essere in parte diverso e personale ma comunque sempre portatore di preziosi e piacevoli frutti. L’importante è educare chi ci è vicino per fargli capire il nostro buon senso altrimenti veramente si rischia di essere considerati come sopra.
Su queste materie ciò che non si conosce fa paura, ecco perché è importante divulgare, spiegare, gettare luce su stili di vita alternativi e ancora poco conosciuti.
Per quanto riguarda i rapporti sociali può essere vero che per riuscire ad abbandonare la vecchia strada fatta anche di abitudini alimentari sia necessario a volte, sopratutto all'inizio, stare un po’ più in intimità, ma dal momento che il nuovo stile alimentare sarà divenuto una cosa nostra, la faremo veramente nostra, come stile di vita e non porterà più sforzi o immani sacrifici e verrà naturale anche andare al ristorante con persone dalle abitudini assai diverse ed ordinare solo verdure oppure solo macedonie, pomodori, peperoni e simili crudità che possono essere sempre trovate e il pranzo e la cena sono belli e piacevoli anche e soprattutto in compagnia, col tempo ci verrà tutto naturale e le persone che proveranno piacere nello stare con noi ci comprenderanno e sarà meglio anche per loro… non si tratta di procedere in asocialità ma anzi di condividere sempre più la propria vita, certo non sempre è facile, a volte richiederà tempo riorganizzare alcuni aspetti, magari alcune amicizie cambieranno se non ci comprendono, però non è un problema, sappiamo che dal momento che cambieremo la nostra energia e la miglioreremo ne attrarremo di simile e affine e tutto andrà alla grande, tanta condivisione e tanto Amore da diffondere ed espandere con il prossimo!! Per il suo bene ed il nostro!
E il termine ortoressico anche se ancora non è ufficiale nei dsm è però un cavallo di battaglia per catalogare tra le abitudini dannose percorsi inusuali per la scienza medica ufficiale come ad esempio il veganismo, il crudismo, il fruttarismo e simili che dottori poco informati solitamente scoraggiano.
Ci sono anche dottori che in fin dei conti iniziano a sentire la necessità di riconsiderare molte cose di quello che gli fu indottrinato…si aggiornano, si aprano a nuove e più evidenti soluzioni..
L’ortoressia non esiste, esistono semmai alcune persone che hanno delle ossessioni ma le hanno a prescindere dal percorso alimentare e in questo trovano uno sfogo per alimentarle e vivono dunque in malo modo anche questo pur essendo una scelta nobile ed etica oltre che di benessere per la nostra salute.
Scegliere di alimentarsi meglio non è una patologia, migliorarsi sempre più non è una ossessione, cercare una condizione di vita migliore e in contatto anche con qualcosa di spirituale non è follia, non è distacco dalla realtà, non vi sono assurdità e pericoli in tutto questo, basta farlo con responsabilità ed intelligenza.
Non vi fate intimorire e non pensiate di essere sbagliati se cercate di vivere nel bene e nell'Amore... e per le persone che si sono effettivamente ritrovate a vivere un positivo cambiamento alimentare come una sofferenza o uno stato ossessivo consiglio di fare tutto con più calma, relax, Amore e comunque accettazione dei nostri bisogni in quanto a tempi e velocità! E chiedete maggior aiuto a chi è sul vostro cammino perché è bene aiutarci a vicenda.
Ma non siete persone sbagliate..
Dedicato a tutti noi che scegliamo l’Amore nonostante questo al giorno d’oggi venga ritenuto troppo spesso incomprensibile.
13 marzo 2016
Alimentazione e ortoressia
-Diamond Krystall, 12/12/2011-
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