Quando mangi stai prendendo la vita di un essere o parte di essa. Che si tratti di animali, derivati animali, ma anche di vegetali o i loro frutti comunque molti di noi continueranno ad avere questa necessità per tutta la loro vita e la loro sopravvivenza dipenderà dalla vita di qualcun'altro. Quando diciamo: ''ora mi prendo qualcosa dal frigo'' oppure ''che cosa c'è da mangiare stasera?'' difettiamo di sensibilità vuoi per abitudine, per cultura o per le influenze della maggioranza che ci circonda ..Ma i nostri alimenti non sono cose, sono vite o sono state vite fino a poco tempo prima oppure prodotti vitali delle vite di altri esseri. Ogni qual volta ne sentiamo il bisogno come potremmo fare dunque a continuare a mangiare ma facendolo con modi più etici? Semplicemente indagando su ciò che stiamo mangiando e capire se nell'intero processo c'è stata violenza. Dobbiamo cercare di lasciare ogni azione violenta, prima di tutto diretta da noi stessi ma anche quella troppo spesso dimenticata che incitiamo ogni qual volta portiamo un animale a tavola, un vegetale o un frutto fatto crescere in modo intensivo, irrispettoso e chimico.. Troppe volte le nostre scelte smuovono atti violenti di cui spesso nemmeno ci rendiamo conto. Con le nostre mani forse non saremmo mai capaci di togliere la vita ad un animale perché lo troviamo crudele e troppo cruento a maggior ragione se ci son tante altre alternative oltretutto più salutari per tutti quanti..ma siamo invece molto capaci a comperare pezzi di animali al supermercato.. così facendo però diveniamo comunque responsabili di una certa violenza nonostante non la si sia attuata in prima persona. In questo caso le nostre scelte assumono un ruolo di regia, occulta per gli ignari destinatari, mentre noi siamo come i mandanti di gesti che speriamo davvero siano sempre meno violenti e più amorevoli con le altre presenze terrene.
16 dicembre 2013
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